Il 7 agosto del 1566 a Basilea - come riportano le cronache locali dell'epoca - succede qualcosa di curioso: alle prime luci del mattino i cittadini, tutti intenti a recarsi ai propri luoghi di lavoro, alzando gli occhi al cielo vedono oggetti volanti di colore scuro, tondeggianti e di dimensioni diverse, quasi rincorrersi nell'azzurro estivo.
La Gazzetta della città del giorno successivo così scrive: «La mattina del 7 agosto 1566 moltissime persone, spaventate, videro dei grandi dischi di colore scuro apparire in cielo e fu come se estate e inverno fossero giunti nello stesso momento, con fumi e nebbie, calore intenso, spari e cannonate. Questi oggetti, così numerosi da oscurare il Sole, volavano a grande velocità come se stessero danzando o combattendo. Alcuni, che sembravano sparare colpi di cannone, divennero di colore rosso ardente.»
La Gazzetta dell'8 agosto 1566 è conservata a Zurigo, ben protetta da una teca, all'interno della Biblioteca centrale.
Il fenomeno di Basilea è citato anche da Carl Gustav Jung nel suo saggio "Un mito moderno. Le cose che si vedono nel cielo". Jung nel suo lavoro ricorda come anche a Norimberga, nel 1561, accadde un fenomeno identico.
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