Il 1964 fu un anno particolarmente complesso per la politica italiana. Nel mese di luglio, in particolare, il Presidente della Repubblica Antonio Segni era impegnato a gestire la crisi del primo governo presieduto da Aldo Moro che, prigioniero degli scontri all'interno della sua maggioranza, cadde per il voto contrario del Parlamento all'assegnazione di fondi in favore delle scuole private. Mentre le forze politiche cercano di riorganizzarsi, il Presidente Segni riceve al Palazzo del Quirinale il Comandante generale dell'Arma dei carabinieri, Giovanni de Lorenzo che gli rappresenta la sua ricetta per terminare ogni bega politica: il Generale de Lorenzo propone al Capo dello Stato il "piano Solo", in forza del quale <<solo>> i Carabinieri dovevano detenere il potere. Il piano prevedeva l'arresto di esponenti della sinistra e la loro detenzione in Sardegna, l'occupazione militare della Rai, un governo formato da esponenti delle forze armate ed il presidio delle principali piazze cittadine. Segni rimane turbato ma non esclude la praticabilità del piano.
Nel frattempo, Pietro Nenni - leader del partito socialista ed Aldo Moro a seguito di vari incontri e trattative, convergono su svariati punti di programma per un governo di centro sinistra. Il 7 agosto del 1964 Aldo Moro e Giuseppe Saragat, segretario del partito social democratico, si recano al Quirinale per evidenziare al Presidente della Repubblica la possibilità della nascita del secondo governo Moro, con all'interno della maggioranza le forze socialiste.
Qui inizia il mistero: è probabile che Moro e Saragat fossero venuti a sapere del piano Solo; accusano apertamente il Capo dello Stato di essere connivente verso le idee di golpe avanzate da De Lorenzo e lo minacciano di sottoporlo a processo per attentato alla Costituzione; a quanto sembra (nè Saragat nè Moro descrissero mai l'accaduto) il Presidente Segni si accasciò di colpo sulla sua scrivania, incosciente; venne colpito da un violento ictus, dal quale non si riprese mai.
Il 10 agosto 1964 il Presidente del Senato, Cesare Merzagora, a norma di Costituzione assunse la supplenza della Presidenza della Repubblica, stante l'incapacità di Segni, e nominò Aldo Moro Presidente del consiglio dei ministri.
Segni, formalmente, si dimise da presidente della Repubblica nel dicembre del 1964, e morì poi nel 1972.